L’OCSE traccia le linee antiriciclaggio in materia di criptovalute

25/04/2019

Durante il summit tenutosi lo scorso 22 e 23 febbraio la task forse dell’OCSE sull’antiriciclaggio (Fatfi-Gafi) ha messo in cantiere alcune misure in tema di criptovalute, ora poste in consultazione pubblica e in attesa del testo definitivo che dovrà essere approvato entro giugno 2019.

Cosa prevedono le misure antiriciclaggio per le criptovalute elaborate dall’OCSE?

L’OCSE ha stabilito che per le transazioni superiori ai mille dollari si dovrà procedere ad un’adeguata verifica della clientela e sanzioni per le violazioni antiriciclaggio. Inoltre, sarà istituito un registro dei soggetti che eroghino servizi di moneta virtuale (sia che si tratti di persone fisiche che di entità giuridiche).

Il GAFI ha provato a fornire una definizione di criptovaluta, riconoscendo le monete virtuali come “proprietà”, “proventi”, “fondi o altre attività” o altro “valore corrispondente”.
Le misure sono rivolte ai VASP (Virtual Assets and Virtual Asset Service Providers), cioè i fornitori di servizi di asset virtuali.

Il GAFI ha confermato l’importanza di affidarsi al principio dell’approccio basato sul rischio al fine di prevenire e sopprimere il rischio del riciclaggio anche nel quadro virtuale, e prevede la metodologia secondo la quale: “I Paesi dovrebbero richiedere ai VASP di identificare, valutare e adottare misure efficaci per mitigare i loro rischi di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo”.

Quali requisiti dovranno avere i VASP?

I VASP, secondo il GAFI, per operare dovranno essere autorizzati, ottenere una licenza o essere registrati presso le giurisdizioni competenti. Inoltre, si chiede ai paesi di adottare misure legali o regolamenti per non consentire ai criminali e ai loro associati di detenere funzioni di controllo di un VASP o di esserne beneficiari effettivi.

Quali poteri dovranno avere le autorità di vigilanza sulle VAPS?

Nel documento dell’OCSE si evidenza la necessità di dotare le autorità di vigilanza di adeguati poteri per sorvegliare e garantire l’adozione da parte dei VASP delle misure per combattere il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo.

Sempre secondo l’OCSE le autorità di vigilanza dovrebbero avere il potere di condurre ispezioni, richiedere la produzione di informazioni e imporre sanzioni disciplinari e finanziarie, compresa la capacità di revocare, limitare o sospendere la licenza o la registrazione di VASP.

Le sanzioni, scrive il GAFI nel documento, dovrebbero essere efficaci, proporzionate e dissuasive. Queste dovrebbero, inoltre, essere applicabili non solo ai VASP ma anche ai loro direttori e dirigenti e sarà indispensabile prevedere la conservazione del traffico dati avvenuto sulle piattaforme di scambio di criptovalute.

Sul sito FATF trovate la documentazione relativa per approfondire: LINK



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